Mi chiamo Sarah, e sono una Cantastorie.
Quando mi presento in questo modo, di solito, le persone mi guardano perplesse, divise a metà tra il fascino che sembra promettere quella parola e la confusione su ciò che potrebbe significare.
Ho deciso di spiegarlo facendo una delle due cose che so fare meglio: raccontare una storia.
C’era una volta…
… una Cantastorie. Lei non lo sapeva, ma nelle sue vene scorreva la Grande Magia, quella a cui avevano attinto migliaia e migliaia di Cantastorie prima di lei.
Nessuno conosceva l’origine della Grande Magia: si perdeva nella notte dei tempi. Un giorno, millenni fa, qualcuno raccontò una storia. E da quel giorno c’era sempre stato qualcuno nel mondo a farlo.
Dicono che ci fosse stato anche un tempo in cui i portatori della Grande Magia erano altamente rispettati. Le loro Storie permettevano ai bambini di crescere, agli adulti di imparare, a tutti di meravigliarsi.
Ma quei giorni erano finiti da tempo e nessuno parlava più della Grande Magia. Anche se la vedevano ogni giorno, non erano in grado di riconoscerla.
Fu proprio in quel periodo…
… che nacque la nostra Cantastorie. La Grande Magia era potente in lei come la forza in Luke Skywalker, e come tutte le cose così grandi, la travolse fin da bambina. Aveva solo due anni quando zompettò da sua mamma per chiederle di insegnarle a leggere e scrivere. Perché “io devo scrivere”, diceva. Nessuno sapeva da dove arrivasse la sua febbre per la scrittura, perché nessuno conosceva più i Cantastorie e la loro magia. Se la bambina fosse nata qualche secolo prima, la sua mamma avrebbe riconosciuto subito nei suoi occhi la Grande Magia che ardeva. Ma nessuno ormai avrebbe saputo cosa cercare, nessuno avrebbe visto.
Così la mamma sorrise e disse: “Quando sarai grande, stellina, imparerai!” La bambina si arrabbiò moltissimo. Diventò tutta rossa per trattenere il pianto, ma non ci riuscì. Scoppiò a piangere e pregò la madre di insegnarle perché lei doveva assolutamente scrivere! “Ma perché ci tieni così tanto?” le chiedevano tutti quanti. “Perché io voglio scrivere e cambiare il mondo, e non posso farlo se non so leggere e scrivere, ti pare?”, rispondeva lei, con i pugni stretti sui fianchi e tutta la passione e la forza di cui era capace.
Dopo giorni e giorni di insistenze, sua mamma si preoccupò al punto di portarla da un medico, per accertarsi che non ci fosse nessuna strana malattia.
Per fortuna, il medico era molto anziano, e suo nonno gli aveva raccontato della Grande Magia e di come riconoscerla. Da generazioni, nonno dopo nonno, si tramandava la Grande Storia di chi, con le sue storie, avrebbe cambiato il mondo.
Il medico si abbassò fino a poter guardare la bambina negli occhi. E fu così che la vide…
La Grande Magia
Gli occhi della piccola ardevano con una potenza incredibile! Limpidi, forti, decisi, neri, ma con quella scintilla azzurra che solo chi sapeva cosa cercare avrebbe visto. Il vecchio sorrise e guardò la madre. “Signora, non c’è nulla che non vada in sua figlia. La accontenti: faccia quello che le dice. Mi creda, questa bambina è destinata a grandi cose.”
Non disse nulla della Grande Magia, ma strizzò l’occhio alla piccola e le fece un sorriso. Poi sussurrò al suo orecchio “vai piccola, cambia il mondo!”, si alzò e salutò mamma e figlia, sapendo che non le avrebbe più riviste e sperando che il suo consiglio venisse ascoltato.
La mamma tornò a casa perplessa, indecisa sul da farsi. Era così piccola la sua bambina! Che ne sapeva di scrittura, di mondi da cambiare?
Ma la Grande Magia non accetta di essere ignorata e il giorno dopo, mentre cucinava, la donna sentì la sua bambina giocare in sala da pranzo. “Questa è la A, questa la C…”
Incuriosita…
… andò a vedere. Seduta sul pavimento, con un librone quasi più grande di lei aperto a metà, la piccola era tutta concentrata nel cercare di capire cosa ci fosse scritto.
“Cosa stai facendo?”
“Imparo a leggere, da sola!”
La piccola era ancora arrabbiata perché nessuno le dava retta. Ma qualcosa cambiò proprio in quel momento e la mamma iniziò a capire. Prese in braccio la figlia con tutto il libro e iniziò a mostrarle alcune lettere.
Da quel giorno, tutti i giorni, un po’ del tempo della sua giornata fu impegnato a insegnare a leggere e scrivere alla sua piccola testarda. E lei imparò in fretta.
Il tempo passò e la bambina crebbe. Divenne una donna, e come tutti gli esseri umani, visse, soffrì, imparò, conobbe il mondo. Cadde tante volte, e tante volte si rimise in piedi. Ma la scintilla azzurra continuava a brillare nei suoi occhi. Scriveva, raccontava storie, le ascoltava, le diffondeva. Iniziò a sentire che nelle sue vene scorreva qualcos’altro oltre al sangue.
Ma tu chi sei?
Un giorno prese un foglio di carta e una penna, la sua preferita, e scrisse: “Ma tu chi sei? Chi sei tu che mi bruci dentro in questo modo?”
Non posò la penna, lasciò che la sua stessa anima rispondesse.
“Sono la Grande Magia. Io ti proteggo da sempre.”
“E perché? Che cosa vuoi da me?”
“Io voglio che tu mi riporti nel mondo. Racconta le tue storie, ma ricorda che le Storie, quelle vere, non sono mai solo racconti. Sono gli Strumenti con cui cambierai il mondo!”
“Cambiare il mondo? Con le Storie?”
La Grande Magia non rispose più. Non serviva. Il seme era stato piantato.
La donna si guardò allo specchio e vide la scintilla. Rivisse la propria storia, lì, guardandosi allo specchio, occhi negli occhi. E comprese.
La Grande Magia si risvegliò in lei. Quel giorno lei capì cos’era: una Cantastorie.
Le sue non erano solo Storie, erano semi per la rinascita, ali per volare, ideali da difendere. Portò le sue Storie nel mondo, prima timidamente, poi più forte. E da quelle Storie ricamava la scala che permetteva a chi la ascoltava di salire verso il cielo. Ogni personaggio aveva qualcosa da dire, qualcosa da insegnare, e quando non era facile capirlo, ci pensava lei a mostrare la strada.
E il mondo cambiò davvero…
La Grande Magia tornò nel mondo, perché quando riaccendi la scintilla, non puoi più spegnerla, puoi solo trasformarla in fuoco che arde e illumina il mondo intero. Nacque una nuova generazione di Cantastorie, e tutti imparavano non solo a raccontare, ma anche a mostrare le vie del Cuore.
I Grandi Ideali, l’Amore, il Rispetto, l’Uguaglianza, la Libertà, intrecciarono il loro destino a quello delle Storie e l’umanità imparò di nuovo ad ascoltare.
A credere.
Le storie non solo mai “solo storie”
Sono scintille che aiutano a vedere chi siamo, cosa desideriamo, cosa vogliamo da noi stessi e dalla vita. Questo fa un Cantastorie. Mostra la via, la tua. E lo fa raccontando storie. La loro, spesso. Quella di altri, a volte. La tua, sempre.
Perché questa è la Grande Magia: quando ascolti una storia, è dentro te che stai viaggiando!
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Se vuoi anche tu che racconti la TUA storia (magari nascosta tra le righe di un mito, una Dea, un racconto), contattami, compilando il modulo qui o scrivendo nei commenti.
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