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Immagine del redattoreSarah

Cosa vuol dire essere una P.A.S. (Persona Altamente Sensibile)

Hai sempre vissuto tutto così pienamente da esserne quasi spaventat@. Ogni emozione ti riempie, colorando ogni singola cellula del tuo corpo al punto da lasciarti senza fiato. Ogni pensiero va così in profondità e ha così tante ramificazioni che a volte ti sembra di non poter reggere ancora per molto senza riuscire a spegnere il cervello. Ogni sensazione, sia essa fisica o emotiva, è così forte da paralizzarti, se poco poco arriva all'improvviso. Cosa che, nonostante tu sia diventat@ bravissim@ a prevedere quando accadrà, succede ancora abbastanza spesso.

Oppure non provi nessuna di queste cose, ma conosci qualcuno, o forse vivi con qualcuno, che è proprio così, e hai sempre fatto fatica a comprendere come si sentisse veramente.

Forse sai cos'è una P.A.S. perché tu stess@ hai capito di esserlo, o una persona a te cara che lo è te lo ha spiegato.

Sebbene io non ami particolarmente le definizioni e le etichette, a volte esse sono necessarie per aiutare chi ci ascolta (o legge, come in questo caso) a comprenderci.

Vediamo quindi cosa vuol dire P.A.S. e chi sono le Persone Altamente Sensibili.

Chi sono le P.A.S?

La definizione "Highly Sensitive People" (persone altamente sensibili) viene dalla d.ssa Elaine Aron, che nel 1991 riconobbe questo tratto e iniziò a parlarne. Non entrerò qui nei dettagli, ma si possono trovare ottime informazioni in merito nel sito italiano dedicato alle Persone Altamente Sensibili.

Spesso questo tratto viene definito "ipersensibilità", termine che rende, a mio avviso, perfettamente l'idea, anche se spesso viene usato senza cognizione di causa.

Sebbene sia molto difficile descrivere una P.A.S., in particolare perché ognuno di noi è fatto a modo suo, la d.ssa stabilì alcuni tratti caratteristici che tutte le P.A.S. hanno in comune. Esse possono essere definite con il termine DOES, che è l'acronimo di:

  • Depth of processing: quando il nostro cervello riceve informazioni, di qualsiasi genere (quindi sia pensieri, nozioni, emozioni o sensazioni fisiche) le processa in modo molto profondo, andando a ricercare tutte le possibili connessioni conosciute e non. Questa è la ragione per cui, spesso, le persone altamente sensibili hanno bisogno di focalizzarsi su qualcosa che amano o di fare qualcosa che permetta loro di distaccarsi da questo continuo lavorio intellettuale.

  • Overarousability: ovvero, le persone altamente sensibili sono facilmente esposte a sentirsi sovraccariche, soprattutto se ancora non sono riuscite a trovare il giusto equilibrio tra stimolazione e riposo (per una persona altamente sensibile ricevere troppi stimoli e non riceverne nessuno è ugualmente dannoso).

  • Emotional responsiveness o Empathy: ovvero, la risposta a livello emozionale è sempre molto intensa, tanto che spesso le persone altamente sensibili si sentono dire, appunto, di essere "troppo" sensibili. Allo stesso tempo, esse sentono molto chiaramente ciò che provano le persone attorno a loro, tanto da non riuscire, a volte, a distinguere se ciò che sentono appartiene a loro o meno. Più il legame con l'altra persona è forte e più è facile che questo accada.

  • Sensitive to subtle stimuli: le persone altamente sensibili sono molto attente ai più piccoli dettagli, notando cose che altre persone non vedrebbero. Questo si collega al primo aspetto, ovvero la capacità di processare le informazioni a livello profondo.

Cosa vuol dire essere una P.A.S.?

Sono una Persona Altamente Sensibile e questo ha portato nella mia vita una ricchezza così immensa e straordinaria per la quale non posso essere che grata. Allo stesso tempo, non sarei onesta se non ammettessi che questa mia caratteristica mi ha reso anche la vita difficile, più di una volta.

Come dicevo prima, non amo definizioni ed etichette: ciò che io sono va ben oltre l'ipersensibilità. Tuttavia, le P.A.S. sono circa il 20% della popolazione mondiale, secondo le stime. Questo significa che una persona su cinque è altamente sensibile. Ecco perché ho scelto di parlare di questo argomento. Sono stata una P.A.S. ignara di esserlo, e questo ha significato sentirmi incompresa, sola, strana, pazza (a volte), esagerata, incapace di gestire le mie emozioni. Quando alla fine una persona (che sapeva il fatto suo) mi ha parlato delle HSP sono letteralmente caduta dalle nuvole. Da quel momento in poi, il cammino che ho fatto non è stato più volto a cercare di contenere delle caratteristiche che mi mettevano spesso in difficoltà senza capirle, ma quello di comprendere quelle stesse caratteristiche e imparare a gestirle al meglio.

Quindi, come vive una Persona Altamente Sensibile?


L'ipersensibilità non è un difetto, né una malattia, così come non è un superpotere degli eroi Marvel. Si tratta di un insieme di caratteristiche che è importante imparare a gestire perché esse possano essere un vantaggio invece che uno svantaggio.


Ad esempio, io ho scelto di considerare la mia grandissima empatia come un dono utilissimo nel mio lavoro. Prima che sapessi di essere una P.A.S., questa caratteristica, l'empatia, era un peso enorme da portare. Sentivo tutto quello che sentivano gli altri senza che riuscissi in nessuno modo a evitarlo. Non riuscivo a schermarmi, mi sembrava di essere senza pelle, senza difese. Quando ho saputo di essere altamente sensibile, ho smesso di cercare di essere qualcosa di diverso, mi sono "arresa" al mio modo di essere e ho cercato di capire cosa farne di quest'empatia così forte. Dato che non potevo combatterla, la volevo come alleata. L'Accademia è una delle risposte che mi sono data.


Le persone altamente sensibili riescono a percepire i più sottili stimoli, non importa se essi siano provenienti dal proprio mondo interiore o da quello esterno. Questo significa che abbiamo una soglia del dolore più bassa, ad esempio, ma anche che le nostre reazioni sono più rapide rispetto agli altri, e spesso incomprensibili (perché derivano dal processo mentale rapidissimo che abbiamo visto prima, alla lettera D). Vuol dire anche che gli stimoli ripetuti (tic tac dell'orologio, fischiettare, battere le unghie sul tavolo, e simili) ci rendono nervosi, abbiamo molta meno tolleranza per questo genere di cose. Al tempo stesso, riusciamo a processare le informazioni che riceviamo molto velocemente.


Ecco perché ho scelto di lavorare come Goddess Coach: ho unito le mie conoscenze (che continuo ad aggiornare di continuo), la mia sensibilità ed emotività, il mio desiderio di miglioramento non solo per me stessa, ma ogni essere vivente.


Come vivo il mio essere altamente sensibile?

Quando non sapevo di essere una P.A.S. non comprendevo tutto ciò che sentivo, sia fuori che dentro di me. Pensavo che tutti fossero uguali, e che io fossi l'unica a sentirsi come se fosse sempre tutto troppo.


Quando ho scoperto di esserlo, mi è sembrato di toccare il cielo con un dito, perché tutto finalmente trovava una sua spiegazione. Oggi adoro essere altamente sensibile, anche con tutti i risvolti più difficili. Ho imparato come non andare in sovraccarico, e quando nonostante i miei sforzi ciò accade, so come gestirlo e correre ai ripari. Ho appreso che quando sono in sovraccarico devo, imperativamente, ritagliarmi del tempo per me stessa, da sola. Cosa che faccio regolarmente, proprio per evitare il sovraccarico!


Ho imparato a dedicarmi ad attività che nutrano la mia mente e il mio spirito, dando le giuste priorità nella mia scala di valori. Così come ho imparato a non sentirmi colpa se mi sento stanca o se ho bisogno di isolarmi per un po'. Fa semplicemente parte di me: non mi rende una persona migliore né peggiore. E' il mio modo di affrontarlo che fa davvero la differenza.

Oggi mi ritengo una persona con un buon equilibrio. Ma questo equilibrio non è statico, è più simile a quello dei pattinatori artistici su ghiaccio.

Ogni giorno, in ogni istante, devo mettere in atto delle strategie.

Sono troppo sovraccarica? Ho dei momenti di "down"? Ho bisogno di solitudine? Mi serve un abbraccio? Ho bisogno di parlare con qualcuno? Mi serve un momento per dedicarmi ad attività per me rigeneranti, come scrivere, disegnare, o passeggiare? Ho ricevuto troppi stimoli? C'è troppa luce o troppo rumore? Le emozioni degli altri stanno sovrapponendosi alle mie?

Per ognuna di queste domande, ho una strategia pronta, so cosa fare, so quali passi e quali salti possono rendere meravigliosa la mia coreografia.


La cosa più importante che ho imparato

Essere ipersensibile ha aperto per me delle porte straordinarie. La mia vita è così piena e ricca che davvero non saprei come immaginarla altrimenti. Ma ho dovuto imparare a vedere le cose in questo modo. Questo perché essere altamente sensibili è spesso una sfida.

La cosa più importante che ho imparato è quella di amarmi profondamente come sono, senza forzare il mio corpo e la mia mente ad essere come "gli altri", come le persone che non sono ipersensibili. Ho imparato che io non devo essere in nessun altro modo se non me stessa.


Penso che essere altamente sensibili sia un dono, ma come tale è importante imparare a comprenderlo e usarlo nel modo giusto, per non esserne sopraffatti.

Penso che essere altamente sensibile mi renda una persona, una professionista migliore.

(A proposito, hai visitato il resto del mio sito? Qui trovi informazioni su chi sono, mentre qui puoi scoprire se tra le cose che faccio, qualcuna può essere in sintonia con te)


Ci saranno altri articoli sull'ipersensibilità, quindi, se l'argomento ti interessa, resta "in ascolto"!





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